Panther Red Claw

15 Settembre 2020 Autore : 

Il coltello marcatore da allenamento interamente prodotto in Italia.

Introduzione di Francesco Cotti

Il combattimento col coltello è una disciplina relativamente recente. Il problema che ci si è sempre posti è stato quello di poter usufruire di una pratica di addestramento sufficientemente realistica per poter dare il giusto bagaglio tecnico agli allievi (che siano sportivi o militari) e, allo stesso tempo, preservarne l’incolumità durante l’attività.

Nei decenni si sono avvicendati vari ausili di allenamento che, nella maggioranza dei casi erano costituiti da riproduzioni di coltelli realizzati con forme e materiali non particolarmente lesivi. Tutti questi ausili alla formazione al combattimento presentavano un problema evidente: non davano una percezione persistente di dove il colpo fosse stato inflitto sul partner di allenamento. Certamente simulacri di coltelli in legno, o altri materiali rigidi, potevano infliggere ferite visibili dopo qualche tempo sotto forma di ecchimosi, ma non potevano certo rappresentare una soluzione didattica per poter commentare un allenamento in tempo reale.

Si è poi passati, nei primi anni ’90, ai simulacri in gomma più o meno rigida, che offrivano anche la possibilità di colorare il tagliente con il gesso colorato. Negli anni successivi si avvicendarono altre soluzioni, ma tutte si basavano sul lasciare una “marcatura colorata” sul corpo dell’avversario. In certi casi si ebbe il fenomeno dell’utilizzo di pennarelli al posto di simulacri di coltelli, il cui primo fautore fu Paul Vunak con una serie di video dei primi anni ’90 dedicati all’argomento.

Ai fini pratici avere un riferimento visivo permanente sul corpo del durante l’allenamento di una pratica marziale basata su armi è effettivamente utile?
La domanda offre spunti di riflessione che possono avere risposte differenti, anche in contrasto fra loro. Solitamente chi adotta questo metodo di allenamento con simulacri “marcatori”, tende ad enfatizzare il lato visivo delle “ferite virtuali” inferte, ovvero tende ad impostare l’argomento dell’allenamento sul concetto che una lama è un’arma infida e che in pochi istanti può provocare decine di ferite da taglio e da punta. Vedere queste affermazioni visualizzate addosso ad una persona, che viene poi letteralmente ricoperta di strisce di colore sulle proprie braccia, addome, gambe e collo, può essere un buon modo per impressionare gli allievi alle prime armi e far comprendere la serietà dell’argomento.

Dal punto di vista della progressione tecnica, a mio avviso, un “simulacro marcatore” è utile per i primi approcci al maneggio dell’arma. Le Arti Marziali Filippine, ad esempio, pongono un’estrema enfasi sulla precisione delle porzioni anatomiche che si vanno ad attaccare per poter essere efficaci. Se ad un allievo diciamo, per esempio, che bisogna tagliare l’avambraccio avversario per realizzare un ingresso nella sua guardia, è importante fin da subito far memorizzare quale porzione esatta dell’avambraccio bisogna colpire. L’efficacia di un singolo taglio sull’anatomia funzionale di un arto cambia enormemente nello spazio di pochi centimetri. Non ci si deve accontentare di “esserci andati vicino”, bisogna abituarsi, anche con movimenti a velocità elevata, di essere precisi. Ecco che per gli allievi un marcatore può rivelarsi molto utile per far capire fin dall’inizio quanto sbagliano ad attingere nella zona corretta dell’avversario.

Per i praticanti più esperti un marcatore non è particolarmente utile in allenamento, ma lo può essere in sessioni di sparring puro. Nelle Arti Marziali Filippine lo sparring puro non è universalmente accettato come metodo di addestramento, in quanto mette gli allievi in una mentalità non corretta del combattimento, ovvero quella del duello. In compenso lo sparring ha l’indubbio vantaggio di sviluppare le seguenti doti: gestione della respirazione e coordinazione occhio/mano in contesti di attività protratta nel tempo. In questi casi la marcatura dei colpi porta ad una sorta di conteggio dei punti che può essere applicato per dare un regolamento allo sparring stesso. Ad esempio, chi subisce più di N tagli in certe zone e N stoccate è dichiarato sconfitto. Da questo tipo di allenamento al giungere a tornei di combattimento con il coltello il passo è breve, ed infatti in questi casi i marcatori sono fondamentali.

Il coltello Panther

Dopo questa introduzione che contestualizza l’impiego dei coltelli da allenamento marcatori, entriamo nel vivo dell’argomento, analizzando le caratteristiche del coltello Panther prodotto dalla Red Claw.

 

Questo strumento da allenamento nasce dall’idea di Roberto Risicato, fondatore del brand Red Claw specializzato nella produzione di strumenti specifici per il training e la difesa personale.

Il Panther è un simulacro di un coltello dalla forma piuttosto classica, dotato di una doppia guardia lievemente asimmetrica e con una lama lunga 95 mm, uno spessore di 7.75 mm per una lunghezza totale di 228 mm.

È costituito da una scocca esterna in Nylon caricato con fibra di vetro, ed al suo interno è presente la fibra assorbente sulla quale si applica l’inchiostro marcatore attraverso i due fori presenti sulla scocca esterna (non è quindi necessario smontare il coltello ogni volta che si ha bisogno di aggiungere l’inchiostro). La fibra assorbente protrude lievemente dalla lama in tutta la zona del tagliente, della punta e si estende fino al controfilo.

Il concept del Panther si sviluppa sul presupposto che, oltre a lasciare inconfutabili tracce di inchiostro al passaggio della lama, i simulacri dovrebbero avere un peso equiparabile a quello di un coltello reale; i coltelli da allenamento in plastica/gomma più diffusi sul mercato sono infatti molto leggeri, ed inducono durante l’allenamento una percezione e maneggiabilità molto diversa da quella di un coltello reale.
Per limitare la differenza di peso con le lame reali, il Panther è dotato di un inserto in acciaio che copre tutta la lunghezza del coltello, conferendogli rigidità ed un peso complessivo di 150 g (non molto distante da quello che sarebbe il peso di un coltello reale di pari dimensioni).

L’impugnatura è dotata di una texture 3D a righe, che migliora la presa sullo strumento. Dal punto di vista ergonomico l’impugnatura può risultare non particolarmente confortevole a seconda della dimensione della mano, poiché è caratterizzata da un incavo per l’indice poco pronunciato oltre che da una conformazione piuttosto ampia in altezza ma di spessore ridotto.

Il coltello da allenamento è fornito con un fodero, anch’esso in materiale polimerico, dotato di una clip che ruota a 360° consentendo di posizionare lo strumento a proprio piacere.

Dopo aver caricato l’inchiostro nel simulacro (che al suo primo impiego richiede un po’ più di pazienza affinchè l’inchiostro si diffonda su tutta la fibra assorbente), abbiamo utilizzato il Panther durante una sessione di allenamento. I segni lasciati dal marcatore, sia sul tessuto che sulla pelle, sono netti ed evidenziano con precisione le zone colpite e in che modo è stato effettuato il “taglio”. 

La fibra assorbente è collocata anche nella zona della punta e del controfilo della lama, estendendo così l’efficacia dello strumento per la dimostrazione di svariate tecniche. L’inchiostro fornito è super lavabile per bambini, quindi non sarete costretti a chiamare l’esorcista per calmare vostra moglie nel momento in cui le mostrerete la maglietta imbrattata di inchiostro.

Il Panther viene venduto con una comoda valigetta contenente l’intero kit: coltello e fodero, flaconcino di inchiostro rosso (super lavabile per bambini), il cacciavite per smontare il coltello, un inserto di riserva di fibra assorbente e le istruzioni d’uso.

Il kit singolo, con il coltello disponibile in 3 colorazioni (rosso, blu e nero), ha un prezzo al pubblico di 69.90 euro, mentre il kit contenente due coltelli ha un prezzo di 135,50 euro; i prodotti sono acquistabili direttamente sul sito Red Claw

Un ringraziamento speciale a Fulvio Cenci e Davide Bachetti, che compaiono nel  video e nelle foto.

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