Struttura coltelli a lama fissa

26 Agosto 2017 Autore : 

Dopo aver analizzato i profili di lama e biselli più diffusi, passeremo ora in rassegna tutte le altre parti che compongono un coltello a lama fissa, soffermandoci poi sulle varie tipologie di codoli.


La punta della lama (point o tip), insieme al profilo della lama stessa, determina l’uso, lo stile e la connotazione della forma del coltello intero.

Il dorso o costa (spine o back) è la parte più spessa e resistente che dà l’intero supporto alla lama. Più il dorso è largo e spesso, più resistente sarà la lama per tutta la sua lunghezza. Può essere lineare o curvo a seconda della tipologia di coltello.

Il ricasso è la zona della lama non bisellata (in cui si ha il massimo spessore) dalla quale si protende il codolo (definito successivamente); è posta prima della guardia (se presente) o tra la lama e l’impugnatura. Tale termine era impiegato nelle spade ad indicare la zona trattenuta dalle prime le tre dita della mano, ma è stato mutuato anche nei coltelli, per i quali il termine collo sarebbe più adatto nei coltelli a lama fissa e tallone in quelli chiudibili. Gli anglosassoni hanno mantenuto il termine ricasso (senza distinzione di tipologia di coltello) e nei coltelli chiudibili utilizzano il termine tang (codolo) per definire il tallone.

Questo genera un po’ di confusione con i termini anglosassoni poiché il tallone (heel) sta ad indicare la parte terminale del tagliente, verso l’impugnatura. Si tratta di un retaggio proveniente dai coltelli da cucina in cui effettivamente la lama nella parte terminale verso l’impugnatura assume la forma di un tallone, ma oggi è un termine impiegato in tutti i tipi di lama per indicare la parte finale del tagliente.



Per cercare di uniformare i termini e non andare in confusione, abitualmente nelle recensioni impiego la terminologia anglosassone, indicando quindi con ricasso la parte piatta della lama da cui si protende il codolo per ogni tipo di coltello, ed il termine tallone per indicare la parte terminale del tagliente.

Si utilizza il termine choil per indicare l’intaglio dopo il tallone, che può essere conformato anche per favorire la presa avanzata del coltello (finger choil).



Come abbiamo avuto modo di approfondire nell’articolo precedente, la parte che contraddistingue veramente un coltello è la bisellatura. I biselli (grind) sono le rastremature trasversali ed uniformi della lama che all’incontro dei suoi piani formano il tagliente o direttamente il filo.

Il filo, la punta del tagliente, può essere piano (plain edge), seghettato (serrated) o combo (combinazione del filo piano con zona della lama seghettata). Può inoltre essere presente nella parte terminale del dorso della lama, verso la punta, un controfilo affilato oppure falso (swedge, swage, false edge). Lo scopo del controfilo è di ridurre la sezione dell’area della punta, per migliorarne la capacità di penetrazione, senza sacrificarne troppo lo spessore (pena la fragilità della stessa).

Sulla lama possono essere presenti delle scanalature (fuller) la cui funzione è quella di alleggerire la lama senza però sacrificarne la resistenza. Storicamente erano nelle lame grandi, come le spade, ma in tempi recenti vengono impiegate anche in lame di piccole dimensioni soprattutto per fattori estetici.

La guardia (guard , quillon) o elsa è l’elemento fondamentale per la protezione delle dita sia dallo scivolamento verso la lama che, nei coltelli da combattimento, dai fendenti dell’avversario.

Generalmente è posta trasversalmente all’impugnatura ed alla lama e può essere realizzata nelle forme più disparate, dalle più essenziali alle più esasperate; nella forma più semplice consente l’uso ambidestro del coltello.
Può essere costituita dal semplice prolungamento del dorso della lama, con una conformazione adatta all’arresto del pollice (thumb rise o thumb ramp), oppure può essere una parte aggiuntiva, come accade generalmente nei coltelli a codolo nascosto in cui l’elsa è formata da una parte centrale o massello, da una crociera che è il punto dell’elsa attraverso cui passa il codolo, dai rami della travèrsa, che si dipartono dai lati minori del massello e che possono essere dritti, curvati simmetricamente o curvati e opposti l’uno all’altro.
Il braccio di guardia è il ramo dell’elsa che sporge dalla parte del filo, mentre il braccio di parata è quello che sporge dalla parte del dorso della lama.

Alcuni coltelli sono realizzati con un anello nel quale posizionare il dito indice (forefinger ring) per avere una presa salda del coltello; tale configurazione pur essendo idealmente concepita per i coltelli da combattimento, presenta numerosi svantaggi poichè intrappola la mano, impedisce il passaggio in reverse grip e talvolta tiene troppo lontano il dito inserito nell’anello.



L’impugnatura può essere realizzata in svariati materiali e forme; ad esempio può essere costituita da guancette rivettate o avvitate, o realizzata per stampaggio ad iniezione di materiali sintetici. Possono essere presenti gli incavi per il posizionamento delle dita (finger grooves), che migliorano la presa sul coltello.

L’impugnatura può essere incorniciata da mostrine (bolster), con la funzione di rafforzare la zona critica del coltello, ossia la giunzione tra la lama e l’impugnatura, dove si concentrano gli sforzi meccanici, ma anche come fattore estetico.

Coltello a lama fissa con bolster in acciaio. Realizzato da Federico Salvestroni


Nella parte terminale dell’impugnatura è spesso presente un foro per lanyard, ossia un pezzo di cordino generalmente utilizzato nei coltelli di grandi dimensioni come misura di sicurezza (posizionandolo intorno al polso) ma di moda anche nei coltelli chiudibili per aiutare ad estrarre lo strumento dalla tasca.

Può inoltre essere presente il frangi vetro (rear hook, persuader, glass breaker), protrusione del fondo dell’impugnatura usata nei coltelli tattici per “persuadere” i nemici o per rompere vetri in emergenza, o altre esigenze. Un altro nome usato è skull crusher, termine che non necessita di ulteriori spiegazioni.

Il codolo, il prolungamento di una porzione della lama che si estende all’interno dell’impugnatura, costituisce a tutti gli effetti l’ossatura del coltello e può essere realizzato in vari modi (integrale, parziale, corta di tipo giapponese, stretta, stretta filettata o seghettata).

Di seguito riportiamo le tipologie di codolo più diffuse.

CODOLO INTEGRALE (FULL TANG)

La larghezza del codolo è pari a quella della lama al ricasso, e si estende fino alla parte terminale del coltello; è la configurazione più resistente ma anche quella che conferisce maggior peso al coltello. L’impugnatura è costituita da guancette rivettate o fissate tramite viti, oppure può essere realizzata per iniezione di materiali polimerici (in questo caso il codolo viene inglobato nell’impugnatura – Encapsulated tang).

Il codolo può anche fuoriuscire rispetto al profilo dell’impugnatura, in modo tale che la parte esposta possa essere impiegata a modi martello o frangi vetro (Codolo esposto – Extended/Exposed tang)

Talvolta si realizza una rastrematura del codolo (tapered tang), ossia si riduce lo spessore del codolo verso la parte terminale dell’impugnatura.



Esistono inoltre i coltelli con codolo scheletrico (Skeletonized tang), in cui alcune porzioni del codolo vengono asportate per ridurre il peso dello strumento. Generalmente tale configurazione è adottata nei neck knives (coltelli che vengono portati al collo).



CODOLO SEMI-INTEGRALE (semi-full tang)

Il codolo è esposto lungo il lato superiore e la parte terminale dell’impugnatura, ma è coperto dall’impugnatura stessa nella parte dove le dita fanno presa, con lo scopo di diminuire il peso del coltello e non arretrare troppo il baricentro. Tale costruzione permette inoltre un migliore smorzamento delle vibrazioni rispetto ad un full tang, consentendo comunque di mantenere un’elevata robustezza.



CODOLO NASCOSTO (Hidden tang)


Configurazione in cui il codolo va a restringersi subito dopo il ricasso, e viene inglobato completamente nell’impugnatura.  Il codolo nascosto può estendersi per tutta la lunghezza, oppure essere parziale.

Un modo per creare un codolo nascosto è quello di far scorrere il codolo attraverso l’impugnatura in modo che sia a livello con i bolsters (o la guardia a seconda dei casi) e sigillare con resina epossidica. Un altro modo è quello di realizzare il codolo un po’ più lungo e utilizzare un pomolo (o buttcap) per tenerlo in posizione avvitandolo sul codolo filettato (nel caso di codoli che si estendono per tutta la lunghezza).

In quest’ultima categoria rientra una tipologia estrema di codolo chiamata a coda di topo (Rat-tail Tang o Stick Tang), in cui il codolo ha una larghezza notevolmente inferiore rispetto al ricasso della lama (talvolta sono realizzati anche saldando un cavo d’acciaio al moncone del codolo). Il codolo è spesso fissata all’impugnatura con un bullone o pomolo filettato.


Altra tipologia di codolo nascosto è quello in cui la larghezza va progressivamente a restringersi a partire dal ricasso verso la parte terminale (Narrow tang).

Nei coltelli a codolo parziale (Partial tang), essenzialmente il codolo non si estende per tutta la lunghezza dell’impugnatura, e viene fissato tramite rivetti o tramite resine (o entrambe). In base all’estensione del codolo si parla di mezzo codolo (half tang) o tre quarti di codolo (three-quarter tang).



Ancora oggi ci si imbatte spesso in discussioni in merito a quale siano i coltelli più resistenti tra il codolo integrale o quello nascosto passante o parziale, certo è che la tipologia influisce sia sulle capacità del coltello (soprattutto in termini di resistenza a determinate sollecitazioni), sia sul costo finale del prodotto.
I coltelli a codolo integrale hanno una larghezza piena (pari a quella della lama al ricasso) in tutte le zone critiche del coltello, specialmente nel ricasso; quest’ultimo, nei coltelli a codolo nascosto, è il punto dopo il quale inizia a ridursi lo spessore e dimensione, fino ad arrivare alla fine dell’impugnatura che viene generalmente fissata da un pomolo. Pertanto il codolo nascosto non è chiaramente comparabile con la resistenza dell’impugnatura di un codolo integrale, pur riuscendo a raggiungere buoni livelli di resistenza se realizzato a regola d’arte (in base alla modalità costruttiva, materiali, ecc.).

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